Ambra grigia, il tesoro del mare

Ci troviamo sulle splendide coste irlandesi, dove le correnti oceaniche che giungono da terre esotiche bagnano sabbia e rocce e talvolta portano con sé tesori che hanno navigato per molte miglia e altrettanti secoli. In alcune spiagge nel mondo, infatti, è possibile incontrare un materiale molto particolare e prezioso, che non può essere prodotto ma solo trovato. Parliamo dell’ambra grigia, all’apparenza un sasso che può presentare diversi colori (come vedremo più avanti), ma che una volta annusato rivela la sua natura. 

Distinzione fra ambra e ambra grigia

Iniziamo facendo una distinzione molto importante. In profumeria si parla spesso di ambra e note ambrate, tuttavia è necessario distinguere fra l’ambra, intesa come una ricostruzione dell’odore che la resina di albero fossilizzata rilascia quando viene scaldata, e l’ambra grigia, una materia prima che proviene dal mare. Mentre l’ambra ha qualità balsamiche, una dolcezza che proviene dalla vaniglia al suo interno e un carattere più o meno orientale a seconda delle resine in essa inserite, l’ambra grigia ha un suo odore molto caratteristico che varia in base al grado e che contiene sfumature animaliche, sentori marini e una dolcezza molto particolare.

Un po’ di storia

Per millenni l’uomo ha utilizzato l’ambra grigia per gli scopi più disparati. Essa è un elemento importante della medicina Ayurvedica, e trova applicazione in molte medicine tradizionali come cura per vari disturbi fra cui problemi renali e mal di schiena. Oltre ad essere adoperata come medicinale e come uno dei più antichi ingredienti della profumeria  l’ambra grigia è utilizzata (sopratutto lo era in passato) anche in cucina. Esistono numerose testimonianze, ad esempio, di come Carlo II d’Inghilterra fosse un estimatore del suo uso in cucina, tanto che la ricetta delle uova con ambra grigia che soleva mangiare è giunta fino a nostri giorni. Pare che proprio questo piatto, così amato dal monarca, sia stato utilizzato per avvelenarlo, approfittando del forte sapore dell’ambra grigia che avrebbe sovrastato quello del veleno. Questa eccezionale materia prima ha goduto inoltre della fama di essere un portentoso afrodisiaco, al quale sovente le classi più abbienti facevano ricorso per vivacizzare i propri incontri. Giacomo Casanova, ad esempio, amava consumarla nel cioccolato; Nostradamus vi fa riferimento come a una sostanza capace di rafforzare l’energia maschile. 

Nonostante questo l’origine dell’ambra grigia è rimasta un assoluto mistero per secoli e secoli. Gli esseri umani che la rinvenivano sulle coste e ne facevano oggetto di commercio non avevano la più pallida idea della sua provenienza, tanto che azzardarono persino a ipotizzare che questo strano sasso dalle proprietà magiche provenisse in qualche modo dai draghi. Solo con l’inizio della caccia massiva alle balene i marinai scoprirono quella stessa materia prima all’interno dell’apparato digerente dei capodogli. Queste scoperte vennero formalizzate da Zabdiel Boylston, un medico di Boston, nel 1724. Una volta capito quale animale originasse tale sostanza rimaneva comunque il mistero di come si sviluppasse solo all’interno di una specie di balena e sopratutto di come arrivasse fino alle spiagge dove veniva raccolta. 

In tempi moderni si è arrivati a definire che la produzione di ambra grigia è un’affezione del sistema digerente del capodoglio, che mangiando il suo cibo favorito, i calamari, finisce con il ferire il proprio apparato digerente con i becchi di calamaro se non riesce a espellerli. L’ambra grigia è infatti presente solo nell’1% dei capodogli, ovvero negli esemplari che hanno un malfunzionamento degli sfinteri e quindi non riescono a liberarsi del materiale indigesto. Questo materiale crea ferite all’interno dell’animale, che secerne delle sostanze per far fronte alle lesioni e guarire. Queste sostanze si uniscono in una massa che ingloba spesso anche i becchi di calamaro indigesti, la cui ossidazione inizia già all’interno del capodoglio. A questo punto esistono due esiti possibili: o l’animale muore per via di questa massa al suo interno, oppure riesce a espellerla. In entrambi i casi l’ambra grigia esce dal corpo della balena e si ritrova in mare. L’acqua marina insieme al sale ossida le masse di ambra grigia nel corso degli anni, arrivando a determinarne il grado e il colore. Infatti, in linea generale, tanto più un pezzo di ambra grigia è stato in mare, tanto più alte sono le sue qualità olfattive e di conseguenza il suo valore. 

Aspetto e gradi

L’ambra grigia si presenta come una roccia molto più leggera di quanto sembra alla vista, il suo esterno è perlopiù liscio mentre all’interno è tendenzialmente porosa, può essere più o meno asciutta in termini di texture. Spesso in pezzi di ambra grigia di dimensioni non troppo piccole è possibile trovare diversi becchi di calamaro, che ne attestano in modo quasi incontrovertibile l’autenticità.

In profumeria distinguiamo diversi gradi di ambra grigia, con distinte proprietà olfattive. 

I gradi più comuni nel mondo delle fragranze sono,  in ordine crescente di valore:

  • Marrone: dal colore marrone, più o meno intenso, rappresenta un buon materiale da includere in un profumo, con le tipiche proprietà fissative dell’ambra grigia e un odore profondamente marino con sfumature di alghe e un’impronta marcatamente animalica con reminiscenze fecali. Questo grado presenta sia la possibilità di essere usato come fissativo che di spiccare fuori dalla fragranza con le sue proprietà olfattive purché sapientemente bilanciate. 
  • Marrone dorato: tende a un marrone delicato con sfumature fra il biondo e il beige. È un grado che mantiene ancora le qualità animaliche del precedente, tuttavia esse sono molto più smussate e gestibili. Nel complesso, una volta trasformata in tintura e lasciata maturare, questa ambra grigia rappresenta un grado intermedio molto valido che necessita di minore bilanciamento nella composizione olfattiva e porta con sé tutto il carico di sfumature marine tipiche di questo materiale.
  • Bianco (o imperiale): siamo al massimo della qualità possibile. Questa ambra  presenta un colore simile al gesso sporco con sfumature grigio chiaro. Il suo odore è molto più raffinato e tenue, la parte animalica è completamente armonizzata con le altre e presenta un carattere molto più muschiato che fecale. I pochi pezzi rinvenuti ogni anno, che vengono classificati all’interno di questo grado, sono antichissimi e hanno viaggiato per molti anni in acqua, assorbendo l’anima più profonda del mare e perdendo la maggior parte delle sfaccettature meno amabili di questo materiale.

Esistono inoltre gradi più bassi (il cui odore è considerato poco nobile) e gradi intermedi.

Va detto che a determinare il grado dell’ambra grigia non è il colore in sé. È infatti possibile che, per varie ragioni, l’aspetto e il colore non corrispondano al rispettivo grado, ma siano solo frutto di condizioni atmosferiche o avvenimenti particolari. È pertanto importante che ogni singolo pezzo sia valutato individualmente. 

A  testimonianza di quanto questa materia prima sia preziosa basta pensare che un grammo di ambra grigia di grado imperiale ha un prezzo superiore a un grammo d’oro, supera di almeno dieci volte il prezzo del pregiatissimo tartufo bianco d’Alba e, sempre a parità di peso, costa circa il doppio del migliore zafferano disponibile sul mercato. 

Per via del costo proibitivo e della difficoltà nel reperire a distanza di tempo un’ambra grigia che mantenga costanti le sue caratteristiche questa materia prima è del tutto assente nella profumeria commerciale e si trova raramente in quella artistica. 

A mio avviso il fascino di questa materia prima sta anche in questo: richiede coraggio ed esperienza per essere approcciata, impone lunghi tempi di maturazione e macerazione e ci obbliga a fare un passo indietro nel tempo, tornando in quelle antiche botteghe in cui, senza apparecchi tecnologici e con tempi di macerazione appropriati, si è fatta la storia della profumeria. 

Potete apprezzare, nel fondo del nostro Argo, una nota di ambra grigia molto pulita e muschiata che si avvicina alle qualità olfattive del grado imperiale con una salinità abbastanza pronunciata e un ridotto sentore animalico. Ogni boccetta di questa fragranza arriva al cliente portando con sé tre settimane di maturazione e ben sei mesi di macerazione. 

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